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"La terza esistenza di Joseph Kerkhoven" insieme a "Il caso Maurizius" ed "Etzel Andergast", compone una trilogia legata dal filo rosso dei personaggi, che tornano di volume in volume a segnare una straordinaria continuità stilistica e una deliberata e inquietante coincidenza con la biografia dell'autore. In un tragico giorno dell'autunno 1929, Joseph Kerkhoven, medico psichiatra, scopre che la moglie Marie lo ha tradito col suo giovane allievo e amico (Etzel Andergast). Per ritrovare se stesso, accetta l'incarico del governo olandese e parte per Giava. Quando ritorna in patria si riconcilia con Marie e apre un centro per malattie nervose, dove Wassermann-Kerkhoven rivela la sua notevole capacità nel sondare l'animo umano e studiarne i misteri. Fra i suoi pazienti, lo scrittore squattrinato Alexander Herzog, il giornalista e politico M. Mordann, la veggente Emile Thirriot. Al primo, tormentato dalla dispotica e demoniaca moglie Ganna, consiglia come terapia di scrivere la storia del suo matrimonio. Al secondo, affetto da manie persecutorie, apre una strada sempre più sgombra dalla dimensione ricattatoria. Con Emile Thirriot - che in trance vede la verità sul caso Maurizius - mette a fuoco la realtà e l'incidenza dei fenomeni paranormali. Fra romanzo nel romanzo, il gioco di specchi del rimando autobiografico, e il fascinoso delirio delle trame relazionali, Jakob Wassermann chiude, con quest'opera, la sua trilogia, o, per parafrasare l'autore, la «sua» terza esistenza.